La Liguria, data la conformazione del proprio territorio, offre molti spunti per fare gite non solo sulla costa ma anche nel suo meraviglioso entroterra, che si trova già a pochi chilometri dal mare.
Ciò che sorprende ed affascina i tanti turisti che la visitano è la vicinanza della collina e dei monti alla costa poiché le pianure sono pressoché inesistenti, dando quindi l’idea che dai declivi si possa “rotolare” direttamente nell’acqua. Se questo è meraviglioso agli occhi dei turisti e dei vacanzieri, a volte non lo è per chi ci vive, costretto a percorrere le poche vie di comunicazione spesso in condizione critica. La strada statale 1, la famosa Aurelia, che da Roma arriva fino in Spagna, passando per la costa toscana e tutto l’arco costiero ligure, inerpicandosi su strapiombi, o passando in mezzo a gallerie scavate nella roccia a strapiombo sul mare, spesse volte viene interrotta da frane o da smottamenti, tali da ridurre o da interrompere del tutto il flusso veicolare.
Altrettanto i numerosi paesini annidati nelle colline dell’entroterra, non avendo che una sola via di comunicazione, spesse volte rimangono isolati, causando enormi disagi ai pochi eroici abitanti che sono rimasti a viverci.
Una gita interessante che proporremmo a chi volesse raggiungere l’entroterra da Sestri Levante è il percorso della vallata del Petronio che, attraversando a fondovalle Casarza Ligure, si inerpica su per Castiglione Chiavarese, Missano , Velva (se non volete passare per il tunnel) , Torza, San Pietro Vara e Varese Ligure, regalando vedute bellissime del territorio dominato dal verde dei boschi.
In prossimità dello svincolo autostradale di Sestri Levante seguite le indicazioni per Varese Ligure, S.P. 523, passando per Casarza Ligure, che è un borgo di fondovalle di nessun interesse, ma se siete appassionati di mineralogia potete fermarvi per una visita al museo mineralogico Parma Gemma http://www.sestri-levante.net/place/museo-parma-gemma/
Interessante è anche il sito della antica Chiesa di San Giovanni raggiungibile dall’omonima via. La chiesa fu edificata intorno al 1100 in stile romanico, subendo diversi rimaneggiamenti nei secoli seguenti.
Proseguendo per la vallata si possono fare alcune digressioni:
1) in località Bargonasco si può prendere a sinistra e salire verso Campegli, piccolo villaggio rurale, in cui si trova il Santuario intitolato a Sant’Elena, la madre dell’Imperatore Costantino, della quale si conservano alcune falangi fin dal VIII secolo d.C. che arrivarono fin li da Costantinopoli, portate da alcuni frati devoti attraverso mille peripezie. Il santuario fu costruito da alcuni frati dell’ordine fondato da San Colombano, che, nel suo peregrinare dall’Irlanda in tutto il sud Europa lasciò tracce evidenti del suo passaggio, fondando tanti monasteri, di cui il più importante è quello di Bobbio, in provincia di Piacenza.
Se avete voglia e la vostra auto non teme lo sterrato potete salire da Sant’Elena fin sulla cima del Monte Pu, da cui, ad un’altezza di circa 1000 mt potete godere una bella vista dell’Appennino Ligure e della costa .
2) sempre in località Bargonasco, un pò prima, potete salire a sinistra per Bargone, da cui ci si inoltra per il Monte Tregin, maestoso e dominante, sulla cui cima si trovano laghetti di origine preistorica ed invertebrati, tra cui il Tritone, il cui dna è rimasto immutato da milioni di anni. Il Monte Tregin regala viste spettacolare dei monti vicini e del mare, è un crocevia di strade sterrate che portano a Sestri Levante, passando per Tassani, a Maissana, e al territorio di Ne.
3) in località Battilana si può svoltare a destra e salire a Masso, piccolo villaggio ben tenuto, in cui si trova il Santuario della Madonna di Loreto.
Tornando al fondovalle risaliamo per Castiglione Chiavarese (un tempo era sede di una dogana, sulla cui strada, percorsa da commercianti di sale, olio e vino , verso l’Emilia, e di grano ed altri generi alimentari, verso la Liguria, era molto trafficata e congiungeva le due regioni), che si erge su un versante collinare scosceso, per cui il paesino sembra aggrappato al monte.
Arrivati a Missano merita fare una sosta per visitare il bellissimo sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta. Poco prima della chiesa a sinistra potete salire verso l’Abbazia del Conio, ruderi di un antico complesso religioso eretto in epoca alto medievale dalla potente abbazia di San Colombano di Bobbio. Ai benedettini del Conio apparteneva a tutto il territorio circostante, al cui sviluppo agricolo e commerciale i monaci contribuirono in modo notevole.
Dopo Missano, se non vi va di passare il tunnel di 3 km, potete salire verso Velva. Nei pressi della locale chiesa parrocchiale, nei locali dell’antico oratorio dei Bianchi, è stato creato il Museo della Civiltà Contadina . Il museo descrive e raccoglie reperti etnografici e antropologici dell’alta val Petronio, in particolari oggetti del lavoro contadino databili tra l’inizio del XIX secolo e la prima metà del XX secolo.
Arrivati in cima alla collina, lasciando a sinistra il Santuario, si scende verso il territorio di Maissana, esteso Comune della provincia spezzina. Il clima cambia, non è più mitigato dal mare, ma diventa decisamente montano.
Si raggiunge San Pietro Vara e poi il paesino di Varese Ligure Per capire l’importanza strategica di questo borgo bisogna prendere visione di quanto scrive Wikipedia: La nascita del borgo varesino trae la sua origine dalla posizione strategica posta all’incrocio delle strade transappenniniche dirette verso Parma e Tortona. Le vie che partono da Sestri Levante e Luni a Varese Ligure trovavano infatti facile accesso alla pianura Padana, con la conseguente creazione di un mercato di scambio.
Nella zona dell’attuale Varese Ligure doveva esistere un insediamento di epoca bizantina, i cui resti sono stati rilevati sotto il castello dei Fieschi. Ad avvalorare questa ipotesi sono alcuni toponimi di derivazione greca come il “Monte dei Greci”, la località Baselica (che potrebbe indicare una selva imperiale o una strada) ed il quartiere di Grecino.
Della presenza longobarda e dei monaci di san Colombano di Bobbio rimane anche traccia nella dedicazione delle chiese di Porciorasco e Ossegna (quest’ultima compresa nel comune di Maissana) a san Michele Arcangelo, al quale erano dedicati anche l’ospedale e la cappella di Cento Croci.
Nell’alta val di Vara, pressoché disabitata, esisteva un’entità ecclesiastica importante, la pieve de Varia che aveva sotto la propria giurisdizione numerose terre: nel 1031 comprendeva, tra le altre, Cassego, Chinela, Trenzanasca, Scioverana, Zanega.
La presenza dei conti fliscani di Lavagna nel territorio è datato all’inizio dell’XI secolo quando, nel 1161, ottennero l’investitura dall’imperatore Federico I. Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell’attuale Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l’agricoltura e l’allevamento.
Quasi subito iniziò la lunga stagione dei conflitti tra le due famiglie, fin quando i Fieschi scacciarono i Pinelli da Cassego e li costrinsero a rifugiarsi nella vicina località Carbello dove costruirono una torre, detta appunto torre dei Pinelli. Con un successivo patto le due casate si spartirono il territorio: quello a ponente della torre spettava ai Fieschi, quello di levante ai Pinelli, mentre i terreni oltre il fiume Scagliana rimanevano di proprietà comune.
La loro superiorità numerica portò i Fieschi a conquistare la supremazia nell’alta val di Vara entro la fine del XIII secolo. Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell’intera zona; si stilò quindi un progetto d’insediamento, che prevedeva case murate e tutte uguali tra loro. Determinante nella scelta del sito fu la variazione di percorso della strada diretta dal parmense al mare, che non seguiva più come un tempo la mezza costa, ma il corso del fiume Vara.
Attraverso varie vicende storiche, i Fieschi amministrarono il feudo fino al 1386, anno in cui il doge genovese Antoniotto Adorno lo acquistò dal conte Carlo Fieschi. Presto la famiglia ne tornò in possesso, ma nel XV secolo il suo dominio venne insidiato per ben due volte e nel 1435 Nicolò Piccinino, alla guida di una spedizione ordinata da Filippo Maria Visconti contro i Fieschi, arrivò da Borgotaro, si impossessò di Varese e del castello di Monte Tanano e distrusse il castellazzo di Montevecchio.
Nel 1472 Varese passò sotto la dominazione dei Landi, feudatari dell’alta val di Taro, a seguito del matrimonio del signore di Compiano, Manfredo, con Antonia Maria Fieschi. Fu Gian Luigi Fieschi “il Vecchio”, nel 1478, a riconquistare il feudo alla famiglia che lo resse fino al 1547 quando, in seguito al fallimento della congiura del nipote Gian Luigi contro Andrea Doria, il potere della casata crollò e i suoi domini furono incamerati dalla Repubblica di Genova seguendone le sorti e divenendone un importante punto strategico genovese nelle terre spezzine con la creazione dell’omonima podesteria.
Nel 1479, risalenti con il loro esercito dalla Spezia, giunsero a Varese Ligure Ludovico il Moro e suo fratello Sforza Maria diretti a conquistare il potere nel Ducato di Milano. Sforza Maria morì a Varese nel luglio dello stesso anno mentre Ludovico proseguì per la val Sturla e la val Baviera e il 23 prese Tortona e tutto l’Oltrepò.
Nel 1797 con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento del Vara, con capoluogo Levanto, all’interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, Varese rientrò nel IV cantone, come capoluogo, della Giurisdizione del Gromolo e del Vara e dal 1803 centro principale del VI cantone dell’Alta Vara nella Giurisdizione dell’Entella. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento degli Appennini.
Nel 1815, come tutta la Liguria, entrò a far parte del Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel VII mandamento di Varese del circondario di Chiavari della provincia di Genova; il mandamento, con l’istituzione nel 1923 della provincia della Spezia, venne inglobato in quest’ultima amministrazione provinciale.
Nel 1862 assunse l’odierna denominazione di Varese Ligure.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell’Alta Val di Vara e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana Val di Vara.
Da visitare: Varese Ligure (Vaise /vai̯ze/ in ligure) è un comune italiano di 1 882 abitanti[1] della provincia della Spezia in Liguria. Il territorio comunale è il maggiore della provincia spezzina, rappresentandone oltre il 15% del territorio complessivo, e il secondo, dopo Genova, in Liguria.
Varese Ligure è il comune più settentrionale della provincia della Spezia, confinante sia con la città metropolitana di Genova che con la provincia di Parma, situato in alta val di Vara alla confluenza del torrente Crovana nel fiume Vara.
La svettante torre del Piccinino del castello Fieschi nel centro di Varese Ligure
La nascita del borgo varesino trae la sua origine dalla posizione strategica posta all’incrocio delle strade transappenniniche dirette verso Parma e Tortona. Le vie che partono da Sestri Levante e Luni a Varese Ligure trovavano infatti facile accesso alla pianura Padana, con la conseguente creazione di un mercato di scambio.
Oltre alle innumerevoli chiese si possono visitare (cito Wikipedia):
Il castello Fieschi di Varese Ligure
Castello Fieschi di Varese Ligure. Situato nella parte settentrionale del cosiddetto “Borgo Rotondo”, fu edificato dai feudatari Fieschi in epoca medievale per il controllo e difesa di Varese. La struttura è costituita principalmente dalle due torri dette “del Piccinino”, edificata nel 1435, e “di Manfredo Landi” del 1472. Donato dagli ultimi proprietari al Comune nel 2016[7], viene usato per manifestazioni ed esposizioni.
Castello Fieschi sul Monte Tanano. Costruito nel XII secolo dalla famiglia fliscana in contrapposizione ai Pinelli, il castello fu al centro degli eventi bellici che interessarono il territorio varesino nel XV secolo, in particolare nell’assedio del condottiero Niccolò Piccinino e, in seguito, nello stratagemma di riconquista ordito da Gian Luigi Fieschi; gli eventi attestano che fu poi lo stesso Fieschi ad ordinarne la distruzione del maniero, nel 1492, con l’utilizzo di alcune parti del castello per l’edificazione delle case del Borgo Rotondo in Varese Ligure; restano visibili, comunque, alcuni ruderi della struttura.
Nel territorio varesino rimangono ancora visibili i resti e ruderi di antiche fortificazioni, erette per la maggior parte dalle famiglie Fieschi e Pinelli in epoca medievale. A Cassego sono presenti i resti di una fortificazione detta “la Torricella” così come a Cavizzano il castello edificato dai Pinelli o il castello fliscano di Codivara detto “di Novasina” o “Panizzaro”.
“Borgo Rotondo” nel centro storico di Varese. Voluto dai Fieschi per il controllo e difesa del territorio varesino è formato dalle uguali case in pietra disposte lungo il perimetro che, con forma ellittica, racchiudono le due principali piazze (piazza Fieschi e piazza Castello), dove nei sottostanti portici erano ubicate le attività commerciali, magazzini e laboratori. Un sistema di collegamento interno fatto di laterali vicoli-carruggi permettono tuttora di affacciarsi nell’unica via mediana, anticamente chiusa da due porte e di cui solo quella a sud è ancora visibile. Nella parte settentrionale è ubicato il palazzo e poi castello Fieschi, già residenza signorile dei feudatari e, con la dominazione della repubblica genovese, sede del podestà e delle carceri. Nella piazzetta del borgo vi si svolgeva il mercato.
Il ponte di Grecino nel quartiere omonimo
Palazzo Ferrari nel centro storico di Varese. Nella cappella privata dell’edificio, oggi trasformato in abitazioni private, si celebrarono le nozze tra il marchese Domenico Pallavicini e Luigia Ferrari. A quest’ultima è dedicata l’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo del poeta Ugo Foscolo. Nel giardino privato del palazzo è oggi situato il locale monumento ai Caduti, bronzo di Pietro Ravecca.
Torre civica nel centro storico di Varese. La torre era in origine il campanile della chiesa conventuale di Santa Croce degli Agostiniani, edificio religioso che subì la chiusura e la soppressione nella dominazione napoleonica della Repubblica Ligure, nel Primo Impero francese, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Trasferite le opere d’arte nella parrocchiale di San Giovanni Battista, la chiesa fu quindi sconsacrata nel XX secolo e oggi convertita in spazi per le attività culturali.
Ponte di Grecino o Grexino, nello storico quartiere, è un ponte ad unica arcata realizzato nel 1515 e sovrastante il torrente Crovana.
Per tornare alla costa da Varese Ligure potete continuare in direzione di Comuneglia S.P. 57 oppure in direzione di Scurtabò S.P. 49.
La prima vi porta verso il Comune di Ne (GE), passando per Arzeno e scendendo per la S.P. 26. Lungo la strada potete fare una visita alle miniere di Gambatesa. Continuando a scendere arriverete a Conscenti e poi a San Salvatore di Cogorno, dove merita di essere visitata la bellissima chiesa romanica dei Fieschi. Dopodiché raggiungete Lavagna e la costa.
La seconda vi porta in direzione di Montemoggio (GE), da cui, passando per il Passo del Bocco si scende fino a Borgonovo Ligure fino a raggiungere Carasco e poi Chiavari.

http://www.sestri-levante.net/place/museo-parma-gemma/

http://www.comune.castiglione-chiavarese.ge.it/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1767

http://minieradigambatesa.com/